E’ in corso di svolgimento al Grand Hotel Mosè (Viale Leonardo Sciascia) di Agrigento (7-9 febbraio 2020), il convegno Catechistico regionale organizzato dall’Ufficio regionale per la Dottrina della fede e la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana (CESi) Sul prossimo numero (4/2020 del settimanale cataceo offriremo ai nostri lettori un ampia sintesi dei lavori che si concluderanno il 9 febbraio.
Questo pomeriggio, 7 febbraio, si è tenuto il momento inaugurale con i saluti del card. Francesco Montenegro (vedi), di mons. Salvatore Muratore (vedi), vescovo di Nicosia e Delegato CESi per la Catechesi e del Direttore dell’Ufficio Catechitico don Carmelo Sciuto.
“Raccontiamo il Vangelo come a bambini per farli stare buoni, invece la parola del Signore deve farci stare svegli, vigili, deve scuoterci e renderci inquieti”. Così il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ai direttori e alle equipe degli Uffici catechistici delle diciotto diocesi di Sicilia. “La nostra fede – ha detto – è troppo spesso triste: parliamo del Risorto, ma viviamo come se fosse rimasto in Croce. Come faremo allora ad annunciarlo e ad essere credibili? Certo, è meglio sbagliare per avere fatto che per non aver fatto. L’evangelizzazione – ha detto il card. Montenegro – ci mette in gioco tutti: non si può solo annunciare solo con la parola, ma occorre la vita, quella fuori dalla Chiesa, nella quotidianità, perché è lì che incontriamo gli altri. E quando ci vedono, gli altri vedono anche Lui? E noi, siamo capaci di vedere la presenza di Cristo in loro? Perché ricordiamoci che Lui arriva sempre prima di noi”.
A guidare la tre giorni sul tema “Oggi per questa casa è venuta la salvezza” è l’icona biblica di Zaccheo. Una speciale lectio biblica su questa pagina dal Vangelo curata da don Fabio Pizzitola, dell’Ucd di Trapani, lo ha portato in carne ed ossa tra i cento partecipanti ai lavori, a raccontare del suo desiderio grande di incontrare Gesù e di come e quanto questo incontro ha cambiato la sua vita. E di come e quanto può cambiare ancora oggi la vita di ogni uomo, partire dagli adulti ai quali i lavori dell’Ufficio Catechistico regionale guarda. “All’adulto guardiamo con simpatia – ha detto il direttore dell’Ufficio CESi per la Catechesi, don Carmelo Sciuto –, ricordandoci che in Cristo, nel suo amore, i cristiani possono affidarsi ad una speranza di vita autentica e conformare a questa speranza tutto il loro cammino quotidiano”.
Al centro del primo giorno del convenire di quanti si occupano di catechesi e annuncio la riflessione del prof. Giuseppe Savagnone (Vedi) che, a proposito del “Cercava di vederlo”, ha approfondito “I volti dell’adulto di oggi”. “Dobbiamo innanzitutto riconoscere che occorre cambiare completamente il nostro approccio perché l’adulto di una volta non esiste più, non siamo più davanti alle stesse persone di 50 anni fa. Ci troviamo di fronte ad adulti e a giovani che si stanno accingendo a diventare adulti – ha detto Savagnone – che per certi versi sono immaturi, instabili, in perenne crisi, ma al tempo stesso, proprio per quanto abbiamo detto, sono forse anche più aperti, più pronti e capaci di alzare lo sguardo verso Gesù, a cercarlo, a cercare il suo volto, a cercare di vederlo. Il Vangelo ci dice che Zaccheo cercava di vedere Gesù: ecco – ha aggiunto – forse siamo in un tempo in cui i nostri adulti possono di nuovo chiedersi chi è Gesù, con tanta voglia di saperlo da arrampicarsi su un albero”.