Biblioteca Lucchesiana: 16 manoscritti “ritornano a casa” dopo 50 anni

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(foto C.#Petrone)

Venerdì 7 giugno nella sala monumentale della Biblioteca Lucchesiana si è tenuto un convegno su “I tesori della Lucchesiana – Tutela e valorizzazione”. Dopo l’intervento iniziale del direttore della Biblioteca, don Angelo Chillura (leggi il testo) hanno preso la parola per un saluto  il Card. Francesco Montenegro (Vai), arcivescovo di Agrigento, don Giuseppe Pontillo, direttore dell’ufficio BB.CC.EE. Diocesi di Agrigento (vai),  il  col. Giovanni Pellegrino (vai), comandante Carabinieri di Agrigento, , l’arch. Michele Benfari, soprintendente Beni Culturali e Identità Siciliana di Agrigento (vai), la dott. ssa Armida De Miro, responsabile Biblioteca Museo Luigi Pirandello di Agrigento (vai). Dopo i saluti sono seguiti  gli interventi della   dott.ssa Rossana Florio, dirigente dell’archivio di Stato di Agrigento (vai), del prof. Marco Palma, già docente di paleografia all’Università di Cassino che ha presentato  il Progetto di catalogazione su “Gli incunaboli delle Biblioteche Lucchesiana e Seminario vescovile di Agrigento” (vai) che si è soffermato in particolare  ad illustrare la copia unica di Zizo Manfredi, “La protesta dei messinesi” esposta per l’occasione in Biblioteca.  Dopo l’intervento del prof. Palma ha preso la parola il l  Lgt. Angelo Busciglio, Comandante in s.v. del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo che ha presentato  l’azione dell’arma dei Carabinieri per il recupero del Patrimonio Culturale. (vai).

Durante il convegno, inoltre, sono stati  esposti alcuni rari incunaboli e i volumi restituiti dall’Archivio di Stato di Agrigento, alla Biblioteca Lucchesiana. “Un casuale ritrovamento – di cui durante il convegno ha parlato la dott.ssa Florio –  quello avvenuto qualche mese fa all’Archivio di Stato di Agrigento – scrive Giovanna Iacono sul n. 20/2019, pag.5, del settimanale diocesano  L’Amico del Popolo – durante un’operazione di revisione del materiale bibliografico presente nella biblioteca dell’Istituto, che ha consentito di riportare ‘a casa’ alcuni manoscritti finora considerati dispersi. I volumi vennero consegnati prima del 1964 all’Istituto per effettuare operazioni di microfilmatura, molto probabilmente a seguito dell’infestazione termitica, che interessò la biblioteca nel 1963. Ciò ha permesso di salvarli dalla frana del 1966 e dal terremoto del 1968, avvenimenti che causarono il crollo del tetto del salone e di due salette adiacenti e ingenti danni al patrimonio librario e alla scaffalatura lignea.

Si tratta di 16 volumi manoscritti appartenenti alla collezione della Lucchesiana, alcuni dei quali certamente provenienti dal fondo originario di Andrea Lucchesi Palli, data la presenza dell’ ex librisautografo del fondatore Ex Bibliotheca Andrea Lucchese ex Principibus Cam- pifranci e dalla firma “Andrea Lucchese”presente sul frontespizio o in altre parti significative di un esemplare. Inoltre, i titoli dei sedici documenti ritrovati figurano all’interno della Nota di libri manoscritti, documento conservato presso la Biblioteca comunale di Palermo, [circa 1827-1828], unica fonte contenente un elenco dei codici della Biblioteca Lucchesiana.

ad oggi nascosta, all’interno della quale sono presenti opere relative a molti ambiti del sapere. Da quanto emerge da una prima analisi, si tratta di manoscritti contenenti diplomi e prammatiche, testi di diritto civile e canonico, opere biografiche e storiche, relative soprattutto alla Sicilia. Due esempi per tutti sono rappresentati dall’Historico racconto delle rivoluzioni di Napoli, e suo Regno opera del genovese Giovanni Battista Passeggi (non datato; presumibilmente del sec. XVII) e da Il Palermo Ristorato, in due tomi, scritto da Vincenzo Di Giovanni [sec. XVII] e pubblicato a stampa nel XIX secolo da Gioacchino Di Marzo nella raccolta della Biblioteca storica e letteraria di Sicilia. Il primo dei due ma- noscritti è un’interessante testimonianza storica dei tumulti napoletani avvenuti a metà del Seicento contro il dominio spagnolo, redatta apparentemente da un punto di vista super partes in quanto l’autore è un ligure residente nella capitale partenopea; il secondo descrive in quattro libri e in tono epico-celebrativo le vicende della città di Palermo e il moderno assetto urbanistico, dalla sua origine e fondazione fino al periodo dei viceré e al duca di Ossuna, fornendo notizie sulla vita cittadina e sui suoi illustri rappresentanti. Il volume include anche il poema Palermo trionfante del 1600. La possibilità di “ritrovare” queste scritture scomparse, che celano autentici tesori culturali e storici, è certamente una ricchezza per la comunità scientifica e per la città tutta. Della collezione manoscritta di Lucchesi Palli risultano ancora dispersi diversi manoscritti, tra cui preziosi codici latini, come l’Opera Omniadi Lattanzio, le Epistole di Cicerone, le Storie di Sallustio. Il Virgilio del 1444 è, infatti, l’unico della collezione rimasto indenne dalla dispersione. C’è un mondo sommerso sotto i manoscritti e il libro antico, un mondo che sta riemergendo pian piano, grazie alle ricerche che continuano ad impegnare operatori culturali e studiosi, e grazie alle azioni congiunte con i Nuclei competenti per territorio dell’Arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale”.

 

Nel video, di Carmelo Petrone, le immagini  e le parole del Convegno