Commemorazione defunti, Cumbo: “nel loro ricordo non rinviare esperienze di servizio e perdono”

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(ph.G.Bruccoleri)

“Ogni anno siamo chiamati a ricordare comunitariamente tutti i fedeli defunti, coloro che — recita la liturgia — “ci hanno preceduto nella fede e dormono il sonno della pace”. Ho volutamente aggiungere l’avverbio “comunitariamente” perché credo che il ricordo dei nostri cari sia costante nella nostra mente e nel nostro cuore: pensare a un genitore o al proprio figlio, o ai nonni, è una costante nella persona che da questi si è sentita amata… La commemorazione dei fedeli defunti — così come la celebrazione delle esequie in generale — costituisce per la Chiesa una opportunità di annuncio della Risurrezione…”

Ha esordito con queste parole il suo intervento omiletico, il vicario generale dell’Arcidiocesi di Agrigento, don Giuseppe Cumbo, che ha presieduto la celebrazione della commemorazione dei fedeli defunti, il due novembre 2024, al cimitero di Bonamorone alla presenza del popolo fedele, delle autorità civili e militari e concelebrata dal clero della città di Agrigento.

Ha poi sintetizzato il messaggio della Parola proclamata con una frase: “un banchetto gioioso per i figli che hanno seminato abbondantemente”; “Se il banchetto è immagine del paradiso – ha detto – i figli che hanno seminato abbondantemente sono coloro che riconosciuta la paternità di Dio si sono impegnati a imitarlo”.

Ha poi evidenziato l’immagine della “semina abbondante”  . “Ciascuno raccoglierà ciò che ha seminato”: è un’espressione comune – ha proseguito – di cui ci serviamo per sottolineare che il consenso o il dissenso nei confronti di una persona è la conseguenza delle sue azioni o della sua capacità di relazionarsi con gli altri. Questo è confermato dalla pagina del Vangelo che è stata appena proclamata.

(ph.G.Bruccoleri)
(ph.G.Bruccoleri)

Quanti hanno vissuto in pienezza il tempo che Dio ha messo loro a disposizione e sono stati capaci di riconoscerlo e di servirlo nel povero, senza risparmiarsi e — ha aggiunto — con quella naturalezza che è tipica dei puri di cuore, questi hanno seminato abbondantemente amore e saranno accolti alla presenza del Dio-amore. Quanti dei nostri cari defunti hanno vissuto così! Se siamo qui a ricordarli, se ne sentiamo la mancanza è perché hanno lasciato un segno nel nostro cuore, hanno seminato bene…
Ricevono “in eredità il regno preparato fin dalla creazione del mondo” quanti non hanno perso tempo ma lo hanno valorizzato servendo. In realtà, se ci pensiamo un pò – ha ricordato – , quanti oggi stiamo ricordando sono coloro che in qualche modo hanno contribuito alla nostra crescita e alla nostra formazione, sono coloro che ci hanno dimostrato amore”.

Il Vangelo – ha ricordato ai presenti ci affida una missione: “viviamo in pienezza la nostra esistenza, tessiamo relazioni sane, compiamo il bene. Evitiamo di perdere tempo… quanti hanno offerto da mangiare e da bere, quanti sono stati capaci di accogliere e di offrire attenzioni sono stati “i santi della porta accanto” — direbbe Papa Francesco — quanti mettendosi in ascolto di Dio hanno imparato a mettersi in ascolto anche dell’uomo.
Alziamo il capo dagli schermi dei nostri telefoni cellulari e rendiamoci conto delle opportunità che abbiamo di fare il bene e della bellezza che ci circonda.

Quanti hanno vissuto il loro pellegrinaggio terreno seminando amore “in quel giorno”, cioè nel giorno della risurrezione, saranno invitati a un banchetto gioioso.
Soffermandosi poi sull’immagine del banchetto gioioso della prima lettura tratta dal profeta Isaia – ha detto – “essa ci ha offerto la descrizione del paradiso: una grande casa paterna dove tutti i popoli e tutte le nazioni condivideranno la stessa mensa, si guarderanno ‘senza veli’ (potremmo dire: con sguardo puro), dove non ci saranno guerra, morte e disprezzo. In paradiso tutti ascoltano il Signore e tutti lo riconoscono salvatore e fonte di speranza.

È questo il luogo dove vogliamo pensare i nostri cari defunti. La nostra preghiera oggi ci spinge a chiedere al Signore la ricompensa eterna per coloro che hanno seminato abbondantemente nella nostra vita. È la nostra preghiera di suffragio”.

La prima lettura ha detto “ci provoca” perché – ha ammonito – “non sempre dimostriamo di volere sedere a mensa con i nostri fratelli (pensiamo a molte nostre famiglie frantumate e divise); non sempre guardiamo gli altri con sguardo puro: il profeta parla di un velo che sarà strappato, noi dovremmo addirittura abbattere muri! Carissimi fratelli e sorelle questo non potrà realizzarsi fino a quando non decideremo di metterci in ascolto della Parola di Dio e non lo riconosceremo come unico ispiratore delle nostre azioni, dei nostri pensieri e della nostra capacità di amare.

Il ricordo dei nostri cari – ha concluso – ci stimoli a non rinviare nel tempo esperienze di servizio, di perdono (da offrire e da chiedere) e di collaborazione. Per andare a trovare mio fratello non devo attendere il giorno in cui potrò farlo al cimitero, è bene farlo adesso…

L’invito e la provocazione della Parola ci mettono dinanzi alla nostra identità: siamo figli di Dio. Il battesimo che abbiamo ricevuto ha innestato la nostra vita in quella di Dio. Vivendo la nostra storia con le sue sofferenze, noi entriamo in sintonia con la passione e la storia terrena del Cristo. Da questa sintonia di fede e di grazia scaturisce la nostra partecipazione anche alla tappa successiva, quella della gloria pasquale.
È questa verità che ci permette di sentirci in comunione con i nostri cari defunti: nel battesimo sono stati uniti alla morte di Cristo, oggi, sono partecipi della sua risurrezione.
Affidiamo alla misericordia del Signore i nostri cari. Preghiamo per quanti sono stati accolti nella Gerusalemme nuova in questo ultimo anno. Preghiamo per le vittime dell’alluvione in Spagna. L’eterno riposo dona loro, o Signore, …

(ph G. Bruccoleri)
  • Sempre il 2 novembre, alle ore 16:00, al cimitero di Piano Gatta, sarà si terra la S.Messa, presieduta dalvicario foraneo don Mario Sorce.