Al grido«Vogliamo l’acqua» gli agrigentini sono scesi in piazza

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Al grido “Vogliamo l’acqua”, sabato 1 giugno 2024, gli agrigentini, vincendo l’atavica “poltroneria” sono scesi in piazza. La manifestazione è stata promossa dai cittadini di Agrigento e dalle delegazioni e sezioni territoriali di associazioni e movimenti civici tra cui: Cartello Sociale di Agrigento, Satira Agrigentina di Alfonso Cartanilica il cui profilo social, con contributi pungenti e graffianti è stato “il detonatore” che ha coagulato attorno alle carenze e criticità del servizio idrico l’adesione di tanti: Agrigento in Comune, Legambiente, Circolo Rabat, Mareamico, Agrigento Punto e a Capo, Laici Comboniani, Confesercenti, Assoturismo, Assohotel; Fiepet, CNAo, Confcommercio, Comitato di Quartiere Fontanelle Insieme, Codacons, Movimento Mani Libere, Movimento Il Centro Storico di Agrigento, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos APS e Konsumer, Co.N.Al.Pa. di Agrigento…

Un lungo corteo si  è snodato da Porta di Ponte – dove era presente, accanto alla sua gente, anche l’Arcivescovo Alessandro Damiano (vedi video) – lungo la via Atenea, fino a piazza Municipio, dove, alcuni rappresentati dei gruppi e movimenti civici, che hanno promosso l’iniziativa,  hanno preso la parola per spiegare le ragioni della protesta e per chiedere, ad alta voce,  il diritto di un bene primario non sempre garantito e che la gestione di questo servizio essenziale venga svolta con criteri di qualità, efficienza, trasparenza, equità, ma chiedere anche, a chi ha compiti di responsabilità politica e amministrativa, di prendere provvedimenti idonei per contrastare la drammatica crisi idrica che colpisce la provincia come tutta la Sicilia e il comparto dell’agricoltura. “L’acqua è vita – ha detto mons. Damiano  – e si declina in tante cose: l’acqua domestica, quella per le attività commerciali e per l’agricoltura. Senz’acqua non si può vivere. Vogliamo fare sentire la nostra voce non contro qualcuno, ma in favore dell’acqua, per una equa distribuzione… L’importante è esserci in modo libero senza partigianerie perché l’acqua è uno di quei doni della creazione che è destinato a tutti. Ma pare che non sempre sia così”.

(video,Nino Ravanà)

Successivamente una delegazione è stata ricevuta dal sindaco a cui sono state rappresentate le istanze dei cittadini, contenute in un “documento sintesi” al quale, il Primo cittadino si è impegnato a dare risposta nei prossimi giorni.

Una delegazione incontra il sindaco in Municipio

“Lo stato di grave emergenza idrica che sta caratterizzando vaste zone della Sicilia e del nostro territorio – si legge nel documento – , non lascia intravedere, nel breve periodo, sensibili cambiamenti nello scenario delle disponibilità idriche. Informazioni ufficiali in merito vengono tenute molto riservate e non se ne conoscono i motivi. Quel che si sa è che permane una situazione fortemente deficitaria delle risorse idriche effettivamente disponibili sul territorio della provincia di Agrigento… Siamo consapevoli – prosegue il documento – che i comuni, da soli, possono fare ben poco oltre ad occuparsi (magari con un certo anticipo)  di come fronteggiare la carenza idrica prima che la situazione raggiunga livelli di emergenza”.

Tutto ciò premesso si chiede al Sindaco di Agrigento,”che rappresenta il comune di maggiore peso all’interno delle strutture di governo del servizio idrico integrato della provincia:

  • quali iniziative ha intrapreso e/o intende adottare l’Amministrazione Comunale per fronteggiare la situazione di carenza idrica esistente”
  • “Se sono state attivati contatti con l’ATI,  L’AICA, la Regione, per la definizione di piani-programmi di intervento al fine di garantire che, in caso di necessità si possa disporre degli approvvigionamenti idrici indispensabili per il fabbisogno di acqua potabile per uso umano, sia nel settore dei servizi primari, sia in quello delle produzioni agricole;
  • quali sono i dati aggiornati sui volumi di acqua accumulati nei serbatoi idrici del nostro territorio, sulla capacità di erogazione della rete di acqua potabile sia nel territorio comunale che delle frazioni, sulle effettive potenzialità dei pozzi di acqua potabile nelle varie zone della provincia;
  • Quali e quante indagini sono state di recente effettuate dagli organismi competenti sulla qualità delle acque per uso potabile della rete idrica di competenza comunale, nei pozzi e nei bacini idrici della provincia;
  • quali siano le iniziative che, in caso di emergenza, consentano di poter materialmente garantire la regolare erogazione di acqua potabile nelle case e che cosa sia possibile fare per prevedere irrigazioni di soccorso in agricoltura, magari attraverso impianti di emergenza, al fine di garantire la sopravvivenza delle colture presenti nel comprensorio irriguo del territorio provinciale.
  • Ci si chiede anche perché il bonus idrico, destinato alle famiglie meno abbienti, non venga erogato secondo le procedure previste nel resto d’Italia e quindi occorre chiedere, sia al gestore che ai Comuni, di applicare e controllare l’erogazione del bonus, nella misura in cui prevede la legge.

Ci si chiede perché le tariffe di oggi siano più care, di oltre il 20%, rispetto a quelle di Girgenti Acque”. Ci sono poi gli utenti forfettari, cioè quelli ai quali non è mai stato installato il contatore e pagano a prescindere dai propri consumi.

“Ci sono anche i tanti abusivi – si legge nel documento –  che non sono mai stati perseguiti da chi avrebbe la responsabilità di farlo.

Inoltre, la corretta depurazione, così come qualsiasi altra azione per rispettare l’ambiente circostante, dovrebbe essere una priorità per il gestore del servizio idrico. Nel passato, con il gestore privato, l’autorità giudiziaria ha accertato tante gravi inadempienze che oggi, a distanza di dieci anni, rimangono sostanzialmente presenti, con interi quartieri che, pur pagando in bolletta i canoni per la fognatura e la depurazione, ne usufruiscono solo in minima parte.

Ai sindaci, che dovrebbero farsi portavoce dei propri cittadini il documento chiede “di vigilare sulla realizzazione dei nuovi depuratori, sul pieno rispetto dell’ambiente, ma anche sulla corretta applicazione del sistema tariffario previsto dalla legge.

In ultimo, ma non per ultimo – conclude il documento – si spera che le risorse finanziarie recuperate dal FSC per la realizzazione della nuova rete idrica interna del comune di Agrigento non corrano più il rischio di perdersi tra i meandri della burocrazia e i ritardi.