Si celebra Domenica 15 settembre la la XXXVI Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. A Lampedusa, “porta d’Europa”, don Carmelo è in prima linea nell’accoglienza dei migranti. La sua storia è un’espressione autentica della “missione” del sacerdote. Lampedusa è un luogo speciale, abitato da una comunità che, in questi ultimi anni, è stata messa a dura prova dagli sbarchi, continuando ad offrire una risposta generosa e pronta. Da luglio del 2021 il parroco è don Carmelo Rizzo, con un sorriso contagioso e una gran voglia di fare.
“Sono originario di Favara e mi sono diplomato all’istituto alberghiero – racconta il sacerdote a Giovanni Panozzo nel video “Il sorriso di don Carmelo” disponibile al link https://www.unitineldono.it/le-storie/alla-porta-delleuropa-dove-si-nasce-ancora/ – Fino a 26 anni ho fatto il cuoco, prima del mio ingresso in seminario. In realtà all’inizio del mio percorso di fede c’è stata una specie di sfida che avevo lanciato a Dio. A vent’anni non avevo, con Lui, un rapporto molto profondo; mi trovavo a lavorare nei giorni in cui i miei coetanei si divertivano. Un sabato sera gli dissi: ‘Se esisti, devi farmi trovare un lavoro in cui il week end sia libero’. Incredibilmente, pochi giorni dopo mi proposero di lavorare per una mensa di operai, dal lunedì al venerdì. Rimasi scosso e cominciai a frequentare la parrocchia, visto che ora nel fine settimana potevo. Da lì cominciò anche un percorso col mio padre spirituale, che alla fine, nel 2010, mi ha portato ad essere prete”.
Inviato tre anni fa sull’isola da mons. Alessandro Damiano, l’arcivescovo di Agrigento, don Carmelo, 47 anni, è un punto di riferimento essenziale per la comunità. “Lampedusa era famosa per il fenomeno dell’accoglienza dei migranti – prosegue don Carmelo – Io c’ero stato solo di passaggio e ho accolto con entusiasmo, evangelicamente, l’invito del mio vescovo a venire a fare il parroco qui”.
Oggi don Carmelo è a in prima linea in un’isola, colpita sempre più dal fenomeno degli sbarchi di migranti, ma che ha sempre fornito una risposta encomiabile. “Dinanzi alle persone in difficoltà che vedono arrivare – afferma don Carmelo – gli isolani si sono sempre messi a disposizione, per ogni esigenza.”
Preti come don Carmelo quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento.
Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 15 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.
La Giornata – giunta alla XXXVI edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali. Ma rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili.
Uno strumento di grande valore come spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni: “La Giornata Nazionale è una domenica in cui tutti noi praticanti esprimiamo la nostra gratitudine per il dono di sé che i nostri sacerdoti ci fanno ogni giorno, testimoni del Vangelo di Gesù, punti di riferimento nelle comunità, uomini di fede, speranza e prossimità. È un nostro dovere ed è necessario un impegno collettivo per sostenerli nella loro missione, … anche economicamente”.
A Lampedusa la parrocchia è fondamentale. Qui la comunità cristiana ha un ruolo insostituibile nel tessuto sociale e la presenza del parroco si rivela strategica per affrontare sia le emergenze estive sia i lunghi inverni.
“Il sorriso di don Carmelo è contagioso – sottolinea Carmela, catechista – Ne abbiamo bisogno e ci fa rianimare, quando siamo tristi”. “Mi aiuta tanto, mi fa riflettere e soprattutto mi fa studiare –aggiunge il giovane Manuel, uno dei ministranti -. È come un papà e gli voglio un mondo di bene. È un parroco fantastico”.
Don Carmelo minimizza ma sa bene che le piccole attenzioni fanno la differenza. “Il mio parroco – ricorda – era un uomo disponibile e alla mano. Da lui ho imparato che i gesti semplici, i sorrisi, gli incontri, le strette di mano, fanno tanto. A volte, invece, come dice Papa Francesco, ci si chiude nelle sacrestie e ci si ammala”.
Uno scenario che di certo non riguarda Lampedusa alle prese quotidianamente con un’umanità afflitta da carichi di sofferenza, spesso difficili anche solo da immaginare.
“Ti colpiscono i loro sguardi – conclude don Carmelo – anche perché spesso durante la traversata hanno visto in faccia la morte o hanno perso, in mare, parenti o compagni di viaggio. Ti rendi conto che anche una semplice carezza, o chiedere il loro nome, può fare la differenza per farli sentire persone, e non numeri.”
In una sala parto improvvisata, a luglio del 2021 è nata Maria, da una donna giunta all’ottavo mese di gravidanza. Da alcune decine di anni non nasceva un bambino sull’isola, perché le lampedusane partoriscono nelle strutture siciliane, più sicure in caso di emergenza e difficoltà.
Maria oggi ha quasi tre anni e ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Alla piccola, battezzata recentemente proprio nella parrocchia di don Carmelo, è stato intitolato anche il parco giochi inaugurato in via Roma. Quando la bimba è nata don Rizzo era appena arrivato in parrocchia; sarà una coincidenza ma il suo ministero sull’isola è iniziato nel segno della vita.
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nonostante siano state istituite 40 anni fa, a seguito della revisione concordataria le offerte deducibili costituiscono un argomento ancora poco compreso dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.
Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo e 2.552 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2023 si è attestato appena sotto gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2022. È una cifra ancora molto lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 516,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire ai circa 32.000 sacerdoti una remunerazione intorno ai mille euro mensili per 12 mesi.
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