Il 6 aprile 2024, Raimondo La Valle, 32 anni, di Canicattì, allievo della Scuola Cappellani Militari e quindi seminarista dell’Ordinariato, nella Chiesa Madre della sua città, sarà ordinato diacono per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia. A pochi giorni dall’ordinazione lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare della sua vita e della sua storia vocazionale.
Raimondo, come stai vivendo questi giorni di preparazione? Quali le tue emozioni a pochi giorni dal diaconato?
Provo anzitutto gratitudine verso il Signore, la Chiesa e tutti coloro che hanno sostenuto e nutrito la mia vocazione negli anni. Alle soglie dell’ordinazione diaconale sento nel cuore tanta commozione e tanta indegnità, allo stesso tempo una fiducia grande nell’aiuto di Dio.
Dicci un po’ di te.
Una storia semplice direi, senza scomodare l’opera di Sciascia, la storia di una persona che s’innamora e segue Colui che lo ha innamorato. A me pare che si possa riassumere qui. Poi c’è il khrónos, cioè i dati della vita. Sono di Canicattì, ho frequentato il Liceo Classico “Ugo Foscolo”, ho conseguito la laurea in Lettere Classiche all’Università di Catania, membro dell’Azione Cattolica, catechista in parrocchia…
Come e quando ti sei sentito chiamato alla vita sacerdotale?
Sono stato educato ad una vita di fede fin da bambino dalla mia famiglia, ma su tutti devo molto a mia nonna e a due mie zie. Mi hanno insegnato a rivolgermi a Gesù come ad una persona viva e vicina, presente, perciò fin da bambino per me è stata una presenza vicina e non un Dio lontano. Questo credo abbia molto inciso sulla scoperta della vocazione al sacerdozio. Poi la figura di mons. Vincenzo Restivo, che è stata la mia guida spirituale, e direi anche intellettuale, fino a quando avevo 23 anni. Lui morì a 102! Uomo e sacerdote di grande spessore e caratura. Devo anche molto alla figura di Benedetto XVI. Fu lui a farmi scoprire i Padri della Chiesa con le catechesi che tenne fra il 2007 ed il 2008, la mia tesi di laurea fu poi inerente a questa disciplina.
Lettere Classiche, come mai questa scelta?
Partirei col dire che le cose semplici non mi sono mai piaciute, non ci trovo soddisfazione. Poi devo anche ammettere che ero versato negli studi umanistici fin dall’adolescenza. Devo molto ad una professoressa, Melina Moncada, che ai tempi del liceo mi ha fatto amare il latino ed il greco. Ho sempre pensato che la vocazione del sacerdote sia quella di portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio, amandoli entrambi. Gli studi umanistici li ho perfezionati a Catania, mentre quelli teologici li sto compiendo alla Pontificia Università Lateranense.
Quali sono i tuoi hobbies, come passi il tempo libero?
Il tempo libero è poco qui a Roma a dire il vero. La mattina in università, poi le normali attività formative del seminario: lo studio, la preghiera comune, la santa messa, l’adorazione quotidiana, il fine settimana pastorale in parrocchia. Dal secondo anno poi, su richiesta del Rettore, dedico due lezioni settimanali di greco e latino ad alcuni compagni di seminario, per prepararli agli esami che prevede l’Università. Comunque, quando posso, mi dedico alla lettura ed alla scrittura. Mi piacciono i gialli, la poesia ed amo il teatro. Fra i miei autori preferiti Pirandello, Manzoni, Luzi, Virgilio, Petrarca, Stevenson, Hugo, Dante, Camilleri, Seneca, Eco, Plutarco. Ho scritto diverse opere teatrali, produzioni di scarso valore letterario, ma occasioni di “stacco” dalla routine.
Seminarista dell’Ordinariato Militare per l’Italia, come mai questa scelta?
È successo quasi per caso. Al tempo dell’università feci amicizia con un cappellano militare, Massimo Carlino, anche lui di Canicattì. Mi presentò questa realtà che io non conoscevo ed insistette molto perché andassi a Roma a frequentare i periodi vocazionali. Per anni tergiversai. Chiedevo al Signore chiarezza. Ricordo che pregavo con le parole del card. Newman, le parole di quel bel componimento “Conducimi tu Luce gentile…”, ad un certo punto dice: “non chiedo di vedere assai lontano, mi basta un passo, solo il primo passo, conducimi avanti…”. Quella luce per il passo arrivò, così mi decisi. Poi pian piano iniziai a conoscere le realtà militari: esercito, carabinieri, marina, guardia di finanza, aeronautica, e cominciai a realizzare che dietro le divise – che inizialmente fanno la loro dovuta impressione – ci sono uomini e donne, ragazzi e ragazze come gli altri, anime che hanno sete di Dio e di verità. Quindi compresi che il Signore mi chiamava a questo particolare servizio.
Grazie, Raimondo, per aver risposto alle nostre domande.
Grazie a voi. Vorrei affidarmi alla preghiera di tutti i lettori, perché possa sempre essere docile a quella che è la volontà di Dio nella mia vita. Grazie ancora di cuore.
Carmelo Petrone