A luglio 2023 vennero accolte nell’hotspot di Contrada Imbriacola 18.723 persone a fronte delle 4.231 registrate quest’anno, sempre a luglio. Si conferma il trend di calo degli arrivi, come indicato per il mese di giugno. “Parliamo di una riduzione del 77% degli arrivi rispetto a luglio dello scorso anno. L’attività di accoglienza della Croce rossa italiana a Lampedusa, così come in tutti i porti italiani nei quali siamo impegnati, continua costantemente, anche grazie alla macchina dei trasferimenti, al supporto delle altre realtà associative e delle forze dell’ordine. In un momento come questo, in cui i conflitti in corso mettono in serio pericolo il rispetto della dignità umana e della vita, operatrici e operatori, volontarie e volontari della Cri continuano a ribadire attraverso il loro lavoro la necessità che l’umanità sia sempre più valore condiviso e irrinunciabile non solo per le persone migranti ma per tutte le donne, gli uomini, le bambine e i bambini che soffrono o hanno bisogno di aiuto”. Così il presidente della Croce rossa italiana, Rosario Valastro, commentando i dati relativi agli arrivi all’hotspot di Lampedusa, gestito dalla Cri dall’1 giugno 2023. Sono state complessivamente 102.466 le persone accolte all’interno del centro, a fronte di 2.428 eventi di sbarco.
Da queste colonne ringraziamo tutti gli Operatori ed i Volontari della Croce Rossa Italiana che operano nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, così come quelli che abbiamo visto all’opera in questi anni al Centro di Porto Empedocle perché continuano ad offrire, unitamente alle altre Forze dell’Ordine, di Soccorso, Salvataggio e Sicurezza, un contributo rilevante e generoso per la gestione dell’accoglienza all’insegna della dignità delle persone migranti che sbarcano sulle nostre coste. Non possiamo, però, non tacere l’altra faccia del fenomeno degli sbarchi in calo.
L’altra faccia degli sbarchi in calo.
Si muore di più nel deserto
“La strategia dell’esternalizzazione dei confini – si legge sul SIR (qui) – sembra ora dare frutti, mediante gli accordi con il governo autoritario tunisino e il rinnovo dei finanziamenti a governo e milizie locali libiche. Certo occorre cautela: partenze e sbarchi da anni oscillano, in dipendenza di vari fattori, tra cui il meteo e le condizioni del mare, quest’anno a lungo sfavorevoli. Ciò che invece non vediamo e non vogliamo vedere sono i costi umani della repressione della mobilità transfrontaliera in Africa. Un recente rapporto Unhcr ha gettato una luce almeno parziale sulle morti nel deserto del Sahara. La cifra documentata è di 1.180 persone morte attraversando il deserto tra il gennaio 2020 e il maggio 2024″