Il 25 febbraio, giorno in cui la Chiesa agrigentina celebra il santo patrono Gerlando, mentre il Santo Padre trascorre il suo dodicesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale e rende pubblico il Messaggio per la Quaresima, sul tema “Camminiamo nella speranza” (leggi qui) , datato 6 febbraio e diffuso il 25 febbraio anche mons. Alessandro Damiano ha pubblicato una lettera indirizzata “alla Chiesa agrigentina” sul significato della Messa Crismale e sulla centralità del Triduo Pasquale. (leggi qui)
Il testo della lettera di mons. Alessandro Damiano
Carissimi fratelli e sorelle, il Triduo Pasquale del Signore crocifisso e risorto è il centro di tutto l’Anno liturgico. Da esso scaturisce il cammino della vita ecclesiale — scandendone i ritmi e il tempo — e tutto converge verso esso. Le liturgie che in quei tre giorni le nostre comunità vivono siano ben preparate affinché l’unità del Triduo sia ben visibile e, nella progressione rituale, quanti vi prendono parte vivano la bellezza della consegna che il Figlio di Dio fa di sé al Padre per la salvezza del mondo.
Non un giorno abbia importanza più dell’altro, ma tutti e tre siano vissuti come se fossero un unico giorno e, l’uno aprendosi all’altro, manifestino la pienezza della rivelazione. I vari codici dell’arte del celebrare, insieme ai gesti e alle parole intimamente connessi che la liturgia già utilizza, siano percepiti da tutti in modo chiaro e senza didascalie che spesso appesantiscono i segni, svuotandoli di senso e significato.
Dalla messa in “Coena Domini” fino alla celebrazione della Pasqua, la comunità come unico corpo ecclesiale — che nel mistero pasquale prende forma — con un cuor solo e un’anima sola renda presente e viva il mistero nascosto nei secoli e ora fatto conoscere a noi (cf. Col 1,26-27), così che attraverso i segni liturgici e sacramentali si associ in intima comunione alla vita di Cristo.
Proprio per rendere sempre più visibile l’unità del popolo santo di Dio e piena la partecipazione al mistero pasquale di Cristo, la celebrazione del Triduo rimane prerogativa delle comunità parrocchiali e non può essere celebrata nelle chiese rettoriali, così come indicato nelle norme diocesane.
Durante la Settimana Santa, un altro momento significativo è la Messa Crismale, quasi epifania della Chiesa — corpo di Cristo organicamente strutturato — radunata attorno al Vescovo. In particolare da questa celebrazione, in cui vengono benedetti gli oli dei Catecumeni e degli Infermi e consacrato l’olio per il Crisma, il popolo di Dio convocato — la cui unzione manifesta la partecipazione all’ufficio regale, sacerdotale e profetico di Cristo — rende visibile ogni forma ministeriale che in esso scaturisce per mezzo dello Spirito di Dio.
Per consentire a tutto il popolo di Dio di poter partecipare a questa celebrazione, già da qualche anno l’abbiamo anticipata al mercoledì pomeriggio. Nelle comunità parrocchiali niente si anteponga a questo importantissimo momento di Chiesa. Le forme di pietà popolare che nel tempo hanno trovato spazio in questo giorno si potranno spostare nei due giorni precedenti. In ogni modo sia preservata l’unità, così da manifestare la piena comunione dell’unico corpo.
Intercedano per noi i nostri santi protettori e la Beata Vergine Maria, modello di ascolto e di obbedienza a Dio, nella consapevolezza che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28).
Agrigento, 25 febbraio 2025, Solennità di San Gerlando
? Alessandro Damiano
Arcivescovo
