32° Anniv. Guazzelli, Damiano: collocare la sua memoria nella luce della luce Pasqua!

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L'Arcivescovo saluta la moglie del Maresciallo Guazzelli e la figlia

Giovedì 4 aprile 2023, la città Agrigento ha commemorato il 32° anniversario dell’omicidio del Maresciallo Giuliano Guazzelli Maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli, Medaglia d’oro al Valor Civile “alla memoria”. L’Arcivescovo Alessandro ha presieduto, nel Santuario San Calogero, la celebrazione eucaristica alla presenza dei familiari, la Sig. Maria Caterina, vedova del Maresciallo, la figlia Teresa e le massime autorità civili e militari del territorio provinciale e concelebrata dal parroco e dal cappellano militare della legione carabinieri Sicilia, don Salvatore Falzone, don Gerlando Montana e don Giuseppee Matraxia. Presenti anche gli studenti del Liceo Classico Empedocle. Nel suo interventomiletico ha ricordato il maresciallo Guazzelli

Il Maresciallo Giuliano Guazzelli

come “martire della legalità”, il suo servizio tenace, la fattiva collaborazione nei primi anni 80 all’inchiesta condotta dai sostituti procuratori Rosario Livatino, Salvatore Cardinale e Roberto Sajeva che culminò nel maxi processo a carico di esponenti e gregari di cosa nostra della provincia di Agrigento denominato Santa Barbara nel 1987 con 40 condanne. Commentando il Vangelo del giorno, quello dei discepoli di Emmaus, ha invitato i presenti a sentirsi compagni di viaggio dei due viandanti sconvolti e pieni di paura che credevano di vedere un fantasma. Tante volte –  ha detto –  anche la nostra vita si snoda tra fantasmi e dubbi, imprigionata da illusioni e fantasmi, rivelatori di ciò che si è stati nel passato, forse dei fallimenti, ma non di quello che si può essere e diventare. Il risorto – ricordato – si presenta vivente tra i fantasmi e i dubbi dei suoi amici,  con il suo corpo che è innanzitutto relazione, con i segni della sua passione, i segni dell’amore. Ha, quindi, invitato i presenti a guardare alla tomba vuota dove “invano vegli il custode” perché il Signore è risorto.

Non sono i i ragionamenti a farci cambiare idea. La paura non può essere schiacciata da presuntuosi atti di volontà. I dubbi non si debellino con sofisticate argomentazioni retoriche. Solo un modo nuovo di percepire le cose – ha detto mons. Damiano – può incidere nelle nostre vite… La risurrezione di Gesù non si impone. Il risorto rispetta la libertà dei suoi discepoli, e anche la nostra, che pian piano, esercitando i propri sensi, riconoscono Gesù in quello che prima era un fantasma. La risurrezione – ha proseguito – è l’annuncio che la morte non è l’ultima parola su Gesù e dunque successo uno di noi. Essa  è l’evento che va oltre la storia per liberarla una volta per sempre dalla prigionia del male e della morte.

Per questo – ha concluso – fare memoria del Marescisllo Guazzelli,  a cui è stata strappata la vita da facitori di morte va collocata nella luce della luce Pasquale. Dall’incontro con il Cristo comincia un immenso e non facile programma di rinnovamento e di conversione della nostra vita di quelle delle nostre comunità da attuare con la creatività dell’amore che abbiamo visto e contemplato in Gesù che ha fatto del perdono l’asta più preziosa della sua vita e chiede a noi i suoi discepoli e discepole di fare altrettanto; ma anche con il contrasto alla criminalità organizzata. Continuiamo allora a fare memoria e l’elogio degli uomini illustri perché la loro possiamo imparare uno stile di vita.

Prima della benedizione ha preso la parola il colonnello Nicola de Tullio, comandante provinciale dell’Arma ha ringraziato i presenti ed ha ricordato le tappe della carriera professionale di un “Carabiniere speciale” che si è fatto conoscere per le sue capacità investigative. Se oggi la nostra provincia – ha concluso – ha un volto diverso da quello degli anni ’90 lo si deve anche alla vita e al sacrificio del Maresciallo Guazzelli. Ci lascia un messaggio di giustizia, legalità, senso dello Stato, di dignità; un messaggio di cui abbiamo ancora oggi. Ha concluso il suo intervento con le parole del Presidente Francesco Cossiga giunto ad Agrigento per rendere omaggio alla salma del Maresciallo: “Siamo venuti per portare conforto – disse il Presidente della Repubblica – siamo stati noi ad essere stati confortati dalla sua storia”.   

Dopo la Messa i presenti si sono recati sul luogo dell’assassinio, lungo la SS 115 Agrigento – Porto Empedocle dove, sulla stele commemorativa,  è stata deposta una corona d’alloro mentre un il trombettiere rendeva gli onori con il “Silenzio”, a seguire il cappellano ha invitato ad un momento di preghiera. (guarda qui il video)

 

Vedi qui il profilo biografico del Maresciallo Guazzelli